Viaggio sentimentale
- Autore
- Viktor Šklovskij
- Editore
- Adelphi
- Pubblicazione
- 06/06/2019
- Categorie
«La mia storia d’amore con la rivoluzione è profondamente infelice...» scrive a Gor’kij dalla Finlandia, dov’era fuggito per evitare l’arresto, Viktor Šklovskij. È il 15 aprile 1922. A Mosca si preparava il processo ai «socialrivoluzionari di destra», e Šklovskij aveva militato nelle cellule clandestine del Partito socialrivoluzionario. «Negli allevamenti di cavalli ci sono stalloni che chiamano “ruffiani” ... Il ruffiano monta sulla giumenta, lei prima si rifiuta e scalcia, poi inizia a concedersi. A quel punto il ruffiano viene trascinato via e fanno entrare il vero riproduttore ... Noi socialisti abbiamo “scaldato” la Russia per i bolscevichi...». E mentre attende di poter partire per Berlino, comincia a scrivere nuove – le più ardue, dolorose – memorie del recente passato. Nasce così «Viaggio sentimentale», titolo che è un palese e sorridente omaggio a Sterne, lo scrittore da lui «resuscitato in Russia». La prima guerra mondiale, la rivoluzione d’Ottobre e la lotta fratricida che ne seguì – tutto è raccontato da un testimone che, per nostra fortuna, non ha pretesa alcuna di imparzialità. È semmai la scrittura, l’inconfondibile e celebrata paratassi šklovskiana (frasi essenziali, brevi, dai legami sintattici e logici ridotti al minimo), a illuminare di verità il racconto – erratico, digressivo e aberrante come i fatti che cambiarono la storia del XX secolo.
Grande bricoleur, teorico della letteratura e «narratore professionista» che riesce, parlando, raccontando, a confondere anche la polizia politica che gli dà la caccia, Šklovskij ha scritto con «Viaggio sentimentale» il suo libro più bello, dove alla sapienza nell’organizzare un materiale ancora caldo, grondante stupore, pietà e sdegno, si unisce l’abilità nel fondere due piani – dei fatti e della memoria, della visione e della coscienza morale – sempre intermittenti. E, ancor più, un libro indispensabile per chi voglia assistere dal vivo, quasi in presa diretta, alla «fine dello spettacolo “Russia”».
Grande bricoleur, teorico della letteratura e «narratore professionista» che riesce, parlando, raccontando, a confondere anche la polizia politica che gli dà la caccia, Šklovskij ha scritto con «Viaggio sentimentale» il suo libro più bello, dove alla sapienza nell’organizzare un materiale ancora caldo, grondante stupore, pietà e sdegno, si unisce l’abilità nel fondere due piani – dei fatti e della memoria, della visione e della coscienza morale – sempre intermittenti. E, ancor più, un libro indispensabile per chi voglia assistere dal vivo, quasi in presa diretta, alla «fine dello spettacolo “Russia”».
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