Piccoli gorghi

- Indice interattivo

- Testo originale integrale del 1911



Piccole donne, piccole creature, "piccoli gorghi in cui affondano esistenze che non hanno nemmeno la forza di gridare" (G.A. Borgese) Il libro è una raccolta di novelle pubblicata per la prima volta nel 1911, quando non le mancava il favore del pubblico e della critica; sempre Borgese, suo grande estimatore, scrisse: "La vita siciliana, quale essa la espone, non ha né pompa di paesaggio né drammaticità sanguinaria. E’ tutta in tono minore. Sono ‘piccoli gorghi’ in un’acqua paludosa, ove silenziosamente scompaiono vite cui manca perfin la forza di gemere…"



"Di onesta e modesta fantasia, questa provinciale, aliena da pervertimenti sensuali, da smanie sentimentali e da ambizioni teoriche", come scriverà G.A. Borgese, sentendo con novità l’ostinata malinconia della provincia povera, esordì molto giovane con due raccolte di novelle alla maniera verghiana, che le offrirono lo strumento per esprimere la pietà per una serie di personaggi travolti e sommersi nei "piccoli gorghi" delle umiliazioni patite e per testimoniare una realtà conosciuta sin dall’infanzia."

Maria Messina si inserì in un filone narrativo a cui avevano aderito Verga, Capuana, Pirandello, e i suoi lavori dalla fisionomia letteraria ben precisa, la portarono ad affacciarsi alla ribalta, a farsi un nome, a crearsi un successo di pubblico e di critica.



La Messina nella rubrica Confidenze degli autori ("Italia che scrive", dicembre 1919) dirà: "Pettini fini e Piccoli gorghi sono gli inseparabili compagni del mio primo passo; mi fa piacere ricordare, dopo tanti anni, queste novelle rapide e secche, pensate laggiù a Mistretta. Pagine concise e senza aggettivi: come la parola di chi vive profondamente una sua vita interiore, come la mia prima giovinezza che si temprava in solitudine."

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