«MAMMA, NON MAMMA» (Filastrocche di bimbi con lacrime dolci da seccare, una donna acerba e un giovane dolore)

«Mamma, non mamma» di Mimmo Mòllica, due storie di infanzia negata. Mimmo Mòllica ha messo in versi e rime due filastrocche di bimbi "con lacrime dolci da seccare, una donna acerba e un giovane dolore" (C. Baglioni). Marco è un bimbo di soli 8 anni abbandonato per strada dalla madre. Camminava da solo al buio, ai bordi di una strada di campagna, rischiando di essere travolto da qualche automobile di passaggio. Nato nel 2010 da genitori bosniaci, Marco aveva vissuto ramingo, affidato (forse) alla nonna paterna, senza avere mai frequentato la scuola. Del padre pare non se ne sappia più (quasi) niente. La madre - invece - rintracciata dalle forze dell’ordine, si è rifiutata di riprendere con sé il figlioletto, dicendo: «Se ne devono occupare i nonni paterni, noi qui non lo vogliamo». Addirittura si sarebbe rivolta a un contadino chiedendogli di riportare il piccolo dalla nonna paterna, quella che Marco chiama «la mamma buona».
Così ha raccontato il bambino: «Io ho due mamme, una buona e un’altra cattiva. Con quella cattiva non ci voglio più stare».

Manuel a 10 anni è già un clochard». E' il titolo di un toccante articolo, pubblicato il 31 ottobre 2014 su La Stampa, dal giornalista Lodovico Poletto. «Manuel dorme sotto i portici. Mangia sotto i portici e al mattino, quando il traffico inizia a farsi intenso e il rumore troppo forte, si alza e trascina la sua giornata avanti e indietro per la città» - racconta Poletto.
«Manuel è l’unico bambino di questa città, che non ha una casa, o almeno una baracca con una stufa e un letto, dove andare a dormire quando la temperatura, la notte, scende pericolosamente vicino allo zero. Ma ha un tetto che, poi, è il porticato di un palazzo, a due passi dal centro». Un riparo sotto cui in passato si spalancavano le porte di una banca.
«Per trovarli bisogna andare di notte. Quando anche i pusher hanno lasciato i giardini lì vicino, i negozi sono chiusi e l’unico bar che resiste è su corso Emilia. Una settimana fa, di venerdì, faceva freddissimo. Manuel e la mamma si sono alzati e sono andati a cercare un bar aperto per scaldarsi un po’. Li han visti tornare verso il giaciglio, spostare le pentole, le bottiglie e infilarsi sotto quel copriletto senza dire una parola. Fantasmi. Il mattino dopo erano già spariti».

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