Il Basilisco o della speranza

In questa raccolta di racconti e novelle, che racchiudono un arco temporale che va dal Medioevo francese ai primi anni del Novecento italiano, affiora una concezione del mondo e dell'uomo che, pagina dopo pagina, si scopre essere metastorica più che meramente storiografica. Se l'Italia rurale del post brigantaggio narrata ne "La Sila" diventa occasione di realismo magico, e se il tempo cronologico del racconto finisce per sfumare nel tempo mitico, non sorprende allora che gli altopiani montuosi che fanno da scenario alla vicenda siano quelli della cosiddetta Sila Greca, rappresentata non a caso come un portale mistico di unione e incontro con dèi e demoni. A fare da contraltare alla religiosità di pastori e carbonai calabri è invece il breve "Il cetorino", in cui, in una pregnante e pragmatica dimostrazione di stoicismo, vengono immaginati gli ultimi giorni di vita di Goacchino Murat, impotente dinanzi all'unica possibilità che gli resta: l'accettazione del destino. Riflessioni sull'aut-aut tra nobiltà di spirito e nobiltà di sangue sono inoltre offerte dai suggestivi "L'incidente di Teplitz" e "Le nevi dell'altro anno".

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Mangialibri

Il basilisco o della speranzaMangialibri

Cinque racconti (L’incidente di Teplitz, Il cetorino, Le nevi dell’altro anno, La Sila, oltre a quello che dà il titolo al volume) di lunghezza e ambientazione diverse ‒ pur ruotando in qualche modo sempre intorno a Napoli ‒ dal primo 1400 all’ultimo ’800. Leggi tutta la recensione

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